In un’epoca segnata da guerre, oppressioni e narrazioni manipolate, serve fare chiarezza. Troppe volte sentiamo usare i termini “ebraismo” e “sionismo” come se fossero sinonimi. Non lo sono. In questo momento storico – mentre in Palestina si consuma una tragedia che in molti definiamo un genocidio – distinguere tra identità religiosa e ideologia politica è più che mai necessario.
Cos’è il sionismo?
Il sionismo è un movimento politico nato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, con l’obiettivo di creare uno Stato per il popolo ebraico nella terra di Israele, all’epoca sotto controllo ottomano. L’ideologo più noto del sionismo moderno è Theodor Herzl, che nel 1896 pubblicò Lo Stato ebraico, un testo fondamentale che proponeva la creazione di una patria ebraica per sfuggire all’antisemitismo europeo.
Nel 1948, il progetto sionista si è concretizzato con la fondazione dello Stato di Israele. Da allora, il termine “sionismo” ha assunto diverse connotazioni: per alcuni è il legittimo sostegno all’esistenza di Israele; per altri è diventato il simbolo di un’ideologia coloniale e oppressiva, soprattutto in relazione alla questione palestinese.
Chi sono i sionisti?
I sionisti sono coloro che sostengono il progetto politico del sionismo. Possono essere ebrei, ma non necessariamente: esistono movimenti sionisti cristiani, soprattutto negli Stati Uniti, che appoggiano Israele per motivi religiosi o geopolitici.
È importante ribadire: non tutti gli ebrei sono sionisti, e non tutti i sionisti sono ebrei. Ci sono ebrei che si oppongono fermamente al sionismo, per motivi religiosi, etici o politici. Alcuni gruppi ebraici ultraortodossi, come i Neturei Karta, lo rifiutano perché ritengono che solo il Messia possa ricostituire lo Stato di Israele.
Cos’è l’ebraismo?
L’ebraismo è una religione monoteista antichissima, una delle più longeve della storia umana. È una tradizione spirituale, culturale e normativa che ha formato l’identità del popolo ebraico attraverso i secoli.
L’ebraismo non è un’ideologia politica. È una fede, una storia, una cultura. Può essere vissuto in mille modi diversi: religiosamente, culturalmente, laicamente. Un ebreo può essere sionista o antisionista, di destra o di sinistra, praticante o ateo. Ridurre l’intera identità ebraica a una posizione politica è un errore profondo, oltre che pericoloso.
Perché c’è confusione tra ebraismo e sionismo?
La confusione nasce da diversi fattori:
Sovrapposizione storica: la nascita di Israele è stata spesso raccontata come “il ritorno del popolo ebraico nella terra promessa”, mescolando narrazioni religiose e politiche.
Propaganda e media: molte testate giornalistiche, governi e portavoce istituzionali tendono a equiparare l’antisemitismo (odio verso gli ebrei) con l’antisionismo (critica all’ideologia sionista o allo Stato di Israele).
Mancanza di educazione storica: nelle scuole e nei dibattiti pubblici, raramente si spiega cosa sia davvero il sionismo, come sia nato e come si sia evoluto.
Ma il risultato è grave: ogni volta che si critica Israele, c’è chi urla all’antisemitismo. Ogni volta che si parla di Palestina, si viene accusati di “odiare gli ebrei”. Questo clima rende impossibile un dialogo sincero e ostacola ogni forma di giustizia.
Perché è fondamentale distinguere?
Oggi, mentre a Gaza e in Cisgiordania si contano migliaia di vittime civili, sfollamenti forzati, carestie e violazioni del diritto internazionale, parlare con precisione è un atto etico.
Distinguere tra ebraismo e sionismo significa:
Difendere la causa palestinese senza cadere nell’antisemitismo.
Ascoltare le voci ebraiche critiche verso Israele, che troppo spesso vengono ignorate o silenziate.
Evitare generalizzazioni tossiche: nessun popolo è responsabile in blocco per le azioni di uno Stato o di un governo.
In conclusione
Il sionismo è un’ideologia politica, l’ebraismo è una religione e una cultura. Confondere i due è un errore che ha conseguenze reali, pericolose, disumane.
Parlare di Palestina non significa essere contro gli ebrei. Significa essere contro l’oppressione, la violenza, il colonialismo. Significa chiedere giustizia per un popolo che da decenni vive senza libertà.
Capire la differenza tra ebraismo e sionismo oggi non è solo una questione teorica. È un dovere morale.