Esportazioni di armi a Israele: Germania e Italia sotto i riflettori
Il governo tedesco rompe il silenzio: quasi 4 milioni di euro in armamenti verso Tel Aviv. Intanto, l’Italia esporta per oltre 5 milioni. Crescono le richieste di embargo e trasparenza.
Negli ultimi giorni, nuove informazioni hanno gettato luce sul volume delle esportazioni di armi verso Israele da parte di due Paesi chiave dell’Unione Europea: Germania e Italia.
In risposta a un'interrogazione parlamentare avanzata dalla deputata della Sinistra tedesca Désirée Becker, il governo del neo-cancelliere Friedrich Merz ha reso noti per la prima volta negli ultimi tempi i dati aggiornati sulle forniture militari destinate a Tel Aviv.
Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa tedesca DPA e riportato dalla russa TASS, il Ministero dell'Economia di Berlino ha autorizzato, tra il 7 maggio e il 10 giugno, esportazioni di armamenti per un valore complessivo di 3,986 milioni di euro.
Finora, la linea del governo tedesco era stata quella del riserbo, invocando la segretezza riguardo le esportazioni militari. Ma la pressione politica e l'evoluzione del conflitto nella Striscia di Gaza hanno spinto a una maggiore trasparenza.
Parallelamente, in Germania crescono le voci che chiedono un embargo sulle armi contro Israele, mentre l’opinione pubblica si interroga sul ruolo dell’industria bellica europea in un conflitto tanto controverso quanto devastante.
L’Italia: cooperazione più intensa
Nel frattempo, anche i dati italiani pongono interrogativi rilevanti. Secondo quanto riportato dal sito IRIAD - Archivio Disarmo, sulla base dei dati Coeweb, nel 2024 l’Italia ha esportato in Israele “armi e munizioni” (categoria 93) per circa 5,8 milioni di euro.
Tuttavia, solo l’11% di queste esportazioni è esplicitato nelle sottocategorie, che includono:
Armi non letali (cat. 9304)
Parti e accessori (cat. 9305)
Bombe, granate e siluri (cat. 9306)
Una quota importante, dunque, non meglio specificata.
Secondo il ricercatore Matteo Taucci dell'Archivio Disarmo, “serve maggiore trasparenza” e un’attenta verifica del rispetto della Legge 185/1990, che regola l’esportazione di materiale bellico. Inoltre, sottolinea Taucci, è necessario monitorare con attenzione il partenariato strategico tra Italia e Israele, rinnovato automaticamente l’8 giugno 2025.
Un nodo politico e morale sempre più evidente, che solleva domande cruciali: fino a che punto i Paesi europei intendono sostenere, anche indirettamente, le operazioni militari di Israele? E quali sono i limiti etici e giuridici di queste forniture?
Per una vera informazione, serve pensiero critico, non propaganda.
Iscriviti alla newsletter 📩