Gaza verso la tregua? Hamas: trattative in corso con il coinvolgimento degli Stati Uniti
La lista di condizioni presentata da Hamas include garanzie americane, ruolo politico a Gaza e stop alle sanzioni internazionali. Trump: «Possibile accordo entro una settimana».
Un alto funzionario palestinese ha rivelato a Sky News Arabia le condizioni poste da Hamas per accettare un accordo di cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri con Israele, nel contesto della guerra in corso nella Striscia di Gaza.
Secondo quanto riportato sabato dall’emittente, Hamas richiede la protezione del proprio ufficio politico e dei suoi membri all’estero, chiedendo che non vi siano né sequestri né restrizioni sui propri fondi o attività economiche fuori dai territori palestinesi. La leadership del movimento insiste anche sulla partecipazione attiva alla gestione di Gaza, con presenze proprie o affiliate nei futuri apparati di sicurezza del territorio.
Un altro punto centrale riguarda la garanzia da parte degli Stati Uniti per la fine definitiva del conflitto. Durante la fase di tregua — prevista della durata di circa 70 giorni — le parti coinvolte dovrebbero discutere i meccanismi per rendere effettivo l’accordo.
La fonte ha inoltre precisato che Washington avrebbe accettato di fungere da garante del processo di cessate il fuoco. Tuttavia, Israele conserverebbe la libertà di riprendere le operazioni militari nel caso in cui, al termine della tregua, non si sia raggiunto un accordo definitivo.
Il presidente statunitense Donald Trump, intervenuto venerdì durante un evento alla Casa Bianca, ha dichiarato di ritenere possibile un cessate il fuoco entro una settimana. Trump ha affermato di essere in contatto con le parti coinvolte nel tentativo di mediazione tra Israele e Hamas.
Secondo fonti giornalistiche israeliane, riportate da Israel Hayom, Trump e il segretario di Stato Marco Rubio avrebbero avuto colloqui telefonici con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e con il ministro per gli Affari Strategici Ron Dermer. In tali conversazioni, sarebbe emersa una bozza di intesa per porre fine alle ostilità nel giro di due settimane.
Sempre secondo Israel Hayom, l’intesa in discussione prevederebbe:
La liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas;
Il trasferimento di alcuni leader del movimento verso altri Paesi;
Una più ampia iniziativa diplomatica per ridurre l’escalation regionale.
Infine, l’accordo comprenderebbe l’apertura di un dialogo sul futuro del conflitto israelo-palestinese, con la possibilità di prendere in considerazione la soluzione dei due Stati, subordinata però a riforme interne all’Autorità Palestinese.