Iran-Israele: nuova notte di sangue e una domanda che resta senza risposta
Nuova notte di attacchi reciproci tra Israele e Iran. Almeno cinque persone sono rimaste uccise nello Stato ebraico a seguito di un’ondata di razzi lanciati da Teheran. La risposta israeliana non si è fatta attendere, con nuove minacce da parte del ministro della Difesa Israel Katz, che ha scritto su Telegram:
“Gli abitanti di Teheran pagheranno il prezzo, e presto.”
Katz ha inoltre definito il presidente iraniano un “vile assassino”, accusandolo di aver deliberatamente colpito civili israeliani per scoraggiare l’avanzata dell’esercito di Tel Aviv:
“Il vanaglorioso dittatore di Teheran si è trasformato in un vile assassino, aprendo deliberatamente il fuoco sul fronte interno civile israeliano nel tentativo di dissuadere l’esercito israeliano dal continuare l’offensiva che sta paralizzando le sue capacità.”
Parole forti, che non menzionano però la distruzione in corso a Gaza, dove l’operazione militare israeliana ha causato decine di migliaia di morti e una crisi umanitaria senza precedenti. In risposta, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha invitato il Paese all’unità:
“Ogni differenza, questione e problema esistente deve essere messa da parte oggi e dobbiamo opporci con forza a questa aggressione criminale e genocida con unità e coerenza.”
Teheran: “Nessun negoziato mentre siamo sotto attacco”
Secondo quanto riportato da Reuters il 15 giugno, l’Iran ha informato i mediatori del Qatar e dell’Oman di non voler avviare alcun negoziato per un cessate il fuoco finché sarà bersaglio di attacchi israeliani. Lo ha riferito un funzionario anonimo coinvolto nelle comunicazioni diplomatiche.
“Gli iraniani hanno informato i mediatori del Qatar e dell’Oman che avvieranno negoziati seri solo dopo che l’Iran avrà completato la sua risposta agli attacchi preventivi israeliani.”
Il messaggio è chiaro: nessuna trattativa sotto le bombe. Una posizione che, in ambito diplomatico, riflette la volontà di non legittimare l’uso della forza come mezzo di pressione negoziale.
Il funzionario ha anche smentito le indiscrezioni secondo cui l’Iran avrebbe chiesto al Qatar e all’Oman di coinvolgere gli Stati Uniti nei negoziati: “notizie inesatte”, ha dichiarato alla Reuters. Nessun commento ufficiale è arrivato dai ministeri degli Esteri dei tre Paesi coinvolti.
Il ruolo dei mediatori e i colloqui interrotti
Qatar e Oman, noti per la loro politica estera bilanciata, intrattengono rapporti con Stati Uniti, Iran e Israele. Nei mesi scorsi, l’Oman aveva ospitato una nuova tornata di colloqui tra Washington e Teheran sul programma nucleare iraniano, poi interrotta a causa dell’offensiva israeliana.
Il Qatar, dal canto suo, ha facilitato negli ultimi anni scambi di prigionieri e ha più volte operato dietro le quinte per allentare le tensioni.
Trump frena Israele: “Non hanno ucciso un americano”
Un altro elemento rivelato da Reuters riguarda un presunto piano israeliano per colpire direttamente la Guida Suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei. Secondo due funzionari statunitensi, Donald Trump avrebbe posto il veto a tale piano, spiegando:
“Gli iraniani hanno già ucciso un americano? No. Finché non lo faranno, non parleremo nemmeno di prendercela con la leadership politica.”
Le fonti, che hanno parlato in forma anonima, sostengono che ci sia stato un contatto diretto e costante tra Washington e Tel Aviv nei giorni successivi all’attacco lanciato da Israele contro l’Iran. Gli israeliani avrebbero segnalato la possibilità concreta di colpire Khamenei, ma l'amministrazione statunitense ha bloccato l’operazione.
Non è chiaro se il messaggio sia arrivato direttamente da Trump, ma secondo le stesse fonti, l’ex presidente sarebbe rimasto in stretto contatto con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
In un’intervista concessa a Fox News, Netanyahu ha evitato di commentare:
“Ci sono così tante false notizie di conversazioni che non sono mai avvenute, e non intendo addentrarmi in questo argomento. Ma posso dirvi che faremo ciò che dobbiamo fare.”
Una domanda scomoda
Alla luce della sofisticata operazione israeliana in Iran, che ha comportato infiltrazioni e attacchi mirati ad altissima precisione, resta una domanda centrale, sollevata non soltanto da Corrado Augias:
“Visto l'attacco mirato da parte di Israele a Teheran con infiltrazioni dei servizi segreti, in grado di condurre un'operazione così rischiosa, perché il 7 ottobre del 2023 non hanno scoperto nulla?”
Il riferimento è al giorno in cui Hamas ha lanciato un attacco su larga scala contro il sud di Israele, colpendo postazioni militari e insediamenti civili, con centinaia di vittime. Un attacco che ha colto di sorpresa l’intelligence israeliana, solitamente considerata tra le più efficaci al mondo.
La domanda resta aperta, per molti.
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