Nucleare nel mirino: la Russia lancia l’allarme sulla minaccia concreta in Medio Oriente
Il conflitto in Medio Oriente si è caricato di una nuova, inquietante dimensione: quella nucleare. Lo ha affermato in modo chiaro e diretto la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, intervenuta a Radio Sputnik e citata dall’agenzia statale russa TASS.
Secondo Zakharova, “la minaccia nucleare in Medio Oriente non è ipotetica, ma ha una dimensione reale e concreta, che rappresenta un pericolo sia per la regione che per il mondo”. Un'affermazione che arriva in un momento di fortissima tensione tra Israele e Iran, con scambi militari che coinvolgono obiettivi strategici e infrastrutture sensibili.
Attacchi agli impianti nucleari iraniani
La Russia accusa apertamente Israele di aver attaccato siti nucleari iraniani. Secondo quanto riportato dalla TASS, la notte del 13 giugno è stata lanciata l'“Operazione Rising Lion”, un'azione mirata proprio al programma nucleare della Repubblica Islamica. L’Iran ha risposto e si sono susseguiti ulteriori scontri tra i due Paesi. Entrambe le parti hanno riconosciuto di aver subito attacchi sul proprio territorio, pur minimizzando l’entità dei danni e delle perdite.
Il diritto dell’Iran al nucleare pacifico
Maria Zakharova ha inoltre ribadito la posizione storica della Russia: “L’Iran aveva, ha e avrà il diritto di possedere impianti nucleari a fini pacifici”. La diplomatica ha sottolineato che gli attacchi contro queste strutture rappresentano un’escalation preoccupante, in quanto colpiscono installazioni civili potenzialmente pericolose per la sicurezza globale.
Un rischio per tutti
Le dichiarazioni russe intendono anche lanciare un messaggio alla comunità internazionale: il rischio di un'escalation che travalichi i confini regionali è concreto. Attaccare impianti nucleari, seppur pacifici, non solo alza il livello dello scontro, ma aumenta la possibilità di un incidente nucleare o di un coinvolgimento di altri attori internazionali.
La situazione resta fluida, ma il segnale è chiaro: non si tratta più solo di una guerra tra Stati nemici, bensì di una crisi che potrebbe assumere una portata ben più ampia.
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