Silenzio di guerra: la NATO chiude i rubinetti dell'informazione
Nel silenzio strategico che precede ogni mossa rilevante, la NATO ha scelto di non rendere più pubblici i dettagli degli aiuti militari all’Ucraina. La notizia, riportata da The Moscow Times, non riguarda soltanto un cambiamento tattico: è un segnale chiaro del peso che informazione, propaganda e comunicazione strategica hanno assunto in questo conflitto.
Tre fonti diplomatiche di paesi membri dell’Alleanza Atlantica, rimaste anonime, hanno spiegato al quotidiano russo che la decisione arriva per “complicare la pianificazione militare della Russia”. Ma il punto centrale non è la quantità di munizioni spedite o il tipo di missili consegnati: è il controllo del racconto.
Informazione come strumento d’intelligence
Da sempre, nei conflitti internazionali, ciò che viene detto (o non detto) ha un valore che va ben oltre la cronaca. La comunicazione è diventata una delle armi più affilate nei confronti tra potenze. Saper leggere i segnali, le dichiarazioni pubbliche, le omissioni, è parte integrante del lavoro dell’intelligence. E in questo, la guerra in Ucraina non fa eccezione.
Un diplomatico tedesco ha raccontato al Moscow Times: “All’inizio abbiamo pubblicato tutto. Poi ci siamo chiesti: perché? Abbiamo persino indicato il numero di missili e munizioni. Alla fine ci siamo resi conto che questo aiuta Putin, non la società tedesca”. In Germania, il cambio di approccio è stato evidente dopo l’insediamento del cancelliere Friedrich Merz, che ha scelto di secretare le forniture di missili Taurus a Kiev. Non per ragioni ideologiche, ma per protezione strategica.
Un ecosistema di notizie sempre più conteso
Secondo le fonti, i media russi — in particolare agenzie come TASS e RIA Novosti — sono in grado di intercettare, rielaborare e diffondere quasi in tempo reale ogni dichiarazione pubblica della NATO. “Sembra che seguano la situazione ancora più da vicino dei nostri media”, ha osservato uno dei diplomatici.
Questo è uno dei motivi che avrebbe spinto l’Alleanza ad adottare un profilo più basso nella comunicazione, dopo che il piano di sostegno da 20 miliardi di euro per il 2025 — discusso durante un incontro con il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov — è stato subito ripreso e analizzato dalla stampa internazionale.
La costruzione della realtà attraverso i media
È qui che emerge il punto centrale: il conflitto non si gioca solo sul terreno, ma anche nel modo in cui viene raccontato. E ogni narrazione ha il potere di influenzare opinione pubblica, governi e alleanze. I media, consapevolmente o meno, partecipano a questo scontro. I canali televisivi e i social media diventano cassa di risonanza, non solo di notizie, ma di interpretazioni strategiche.
Il Moscow Times riporta che alcuni programmi di punta dell’informazione russa analizzano con grande attenzione le parole dei ministri della NATO, offrendo letture favorevoli alla propria linea politica. Nulla di nuovo: è esattamente ciò che anche l’Occidente fa da sempre, nei suoi think tank, sulle prime pagine, nei briefing stampa. È la guerra delle versioni.
Un terreno scivoloso tra notizie, provocazioni e discredito
Le parole possono diventare micce. Secondo le fonti del quotidiano russo, il Cremlino ha colto l’occasione per trasformare alcuni episodi — a prima vista marginali — in potenziali pretesti per scandali. Ne è esempio l’attenzione riservata al presidente francese Emmanuel Macron, protagonista suo malgrado di due episodi molto commentati: un presunto schiaffo ricevuto durante una visita ufficiale e la diffusione di voci — poi smentite — sulla moglie Brigitte. Episodi simili hanno coinvolto anche Friedrich Merz e il premier britannico Keir Starmer: in un’occasione, un semplice tovagliolo lasciato su un tavolo è stato fatto passare per una bustina di cocaina da alcuni canali Telegram.
In un mondo iperconnesso, dove ogni gesto può essere manipolato e ogni parola strumentalizzata, la comunicazione è diventata un campo di battaglia a tutti gli effetti. Non si tratta solo di verità o menzogna, ma di chi controlla il significato delle cose.
Per una vera informazione, serve pensiero critico, non propaganda. Iscriviti alla newsletter 📩