Trump scioglie il gruppo anti-Russia: retromarcia sulla pressione a Mosca
Negli Stati Uniti, l'amministrazione Trump ha deciso di smantellare un gruppo di lavoro interagenzia incaricato di elaborare strategie per fare pressione sulla Russia, con l’obiettivo di accelerare i colloqui di pace con l’Ucraina. Lo riporta Reuters, citando tre funzionari statunitensi che hanno parlato in condizione di anonimato.
Secondo le fonti, l’iniziativa, nata all’inizio della primavera, avrebbe perso slancio già a maggio, quando è apparso evidente che Donald Trump non fosse interessato a sostenere una linea più dura nei confronti del Cremlino. Questo nonostante le sue promesse elettorali, in cui garantiva di porre fine alla guerra in Ucraina “il primo giorno” della sua presidenza.
Un gruppo messo da parte in silenzio
Il gruppo, che includeva funzionari del Consiglio per la Sicurezza Nazionale (NSC), del Dipartimento di Stato, del Tesoro, del Pentagono e dell’intelligence, era coordinato da Andrew Peek, principale responsabile NSC per Europa e Russia, rimosso dal suo incarico a maggio. Il colpo di grazia è arrivato circa tre settimane fa, con l’allontanamento della maggior parte del personale NSC che si occupava del dossier Ucraina, nel contesto di una vasta riorganizzazione interna.
I funzionari hanno spiegato che il gruppo stava ancora elaborando opzioni fino allo scioglimento: tra le ipotesi discusse c’erano incentivi economici e misure per contenere l'influenza russa nei paesi ex sovietici, oltre a operazioni speciali segrete. Si parlava anche di spingere il Kazakistan a rafforzare il contrasto all’elusione delle sanzioni occidentali. L’ambasciata kazaka a Washington, contattata da Reuters, non ha rilasciato commenti.
Frustrazione e cambi di rotta
La portavoce del NSC, James Hewitt, aveva già parlato di “profonda frustrazione nei confronti del governo russo” per la mancanza di progressi nei negoziati. Tuttavia, la retorica presidenziale si è fatta più ambigua. Durante il G7 in Canada, Trump ha affermato che l’esclusione della Russia dal G8 fu “un errore”, alimentando dubbi sulla sua posizione.
Secondo le fonti citate da Reuters, la frustrazione di Trump per i mancati risultati ha portato a un crescente disinteresse, fino a ipotizzare l’abbandono degli sforzi di mediazione. In questo clima, il gruppo di lavoro è apparso sempre più superfluo.
La chiusura dell’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio: a marzo, gli Stati Uniti avevano già sospeso un altro programma volto a contrastare la disinformazione e il sabotaggio russo.
Quale linea futura sulla Russia?
Resta l’incertezza sul futuro della politica americana verso Mosca. Alcuni alleati di Trump, come il senatore Lindsey Graham, spingono per un nuovo pacchetto di sanzioni. Trump ha dichiarato di star considerando la possibilità, ma ha anche criticato entrambe le parti in conflitto, mantenendo una posizione ambigua.
La Casa Bianca, così come i Dipartimenti interessati, non ha risposto alle richieste di commento. Anche le ambasciate di Ucraina e Russia a Washington sono rimaste in silenzio.
In un’intervista di fine marzo a NBC News, Trump si era detto “molto arrabbiato” con Putin per aver messo in discussione la legittimità del presidente ucraino Zelensky. Eppure, ad oggi, la linea americana appare sempre più incerta.
Per una vera informazione, serve pensiero critico, non propaganda. Iscriviti alla newsletter 📩