WhatsApp nel mirino dell’Iran: «Strumento di spionaggio israeliano»? Meta insorge
Meta, il colosso tecnologico statunitense proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha espresso «preoccupazione» per la possibilità che l’Iran possa presto bloccare l’accesso all’app di messaggistica più usata del Paese. La tensione è salita dopo che i media statali iraniani hanno accusato WhatsApp di essere uno strumento utilizzato da Israele per raccogliere informazioni e spiare i cittadini iraniani.
A riferire la notizia è Al Jazeera, che ha riportato le dichiarazioni ufficiali di Meta e la campagna lanciata dai media iraniani per spingere la popolazione a cancellare l’app.
In un comunicato diffuso martedì, Meta ha definito le accuse come “false notizie” e ha chiarito:
«Siamo preoccupati che queste false segnalazioni possano essere una scusa per bloccare i nostri servizi in un momento in cui le persone ne hanno più bisogno».
Meta ha sottolineato che WhatsApp utilizza la crittografia end-to-end per proteggere i messaggi degli utenti:
«Tutti i messaggi che invii a familiari e amici su WhatsApp sono crittografati end-to-end, il che significa che nessuno, tranne il mittente e il destinatario, ha accesso a quei messaggi, nemmeno WhatsApp.»
Oltre alla protezione dei contenuti, Meta ha voluto chiarire anche altri aspetti tecnici:
«Non tracciamo la posizione esatta degli utenti né conserviamo registri di chi invia messaggi a chi. Non forniamo informazioni in blocco ad alcun governo».
Il gruppo californiano ha inoltre ricordato di aver pubblicato regolarmente, per oltre dieci anni, report di trasparenza che illustrano le rare situazioni in cui sono state richieste informazioni sugli utenti da parte delle autorità.
Le tensioni sono esplose dopo che l’Agenzia di stampa della Repubblica islamica (IRNA) ha invitato i cittadini iraniani a disattivare o eliminare i propri account WhatsApp. Il motivo? Secondo l’IRNA, l'app sarebbe un canale utilizzato da Israele – definito "il regime sionista" – per danneggiare il Paese.
In un passaggio riportato in un video condiviso dall'emittente irachena Rudaw, un conduttore dell’IRNA afferma:
«Stanno utilizzando le informazioni presenti sul tuo telefono, la tua posizione e i contenuti che condividi, che sono probabilmente privati ma comunque accessibili. Molti di noi hanno amici e parenti che vivono nelle vicinanze, e alcuni di loro potrebbero essere scienziati nucleari o personaggi amati, non dimenticatelo.»
In Iran, piattaforme come WhatsApp e Instagram sono tra le poche ancora accessibili senza VPN. Un loro eventuale blocco potrebbe segnare un ulteriore passo verso il controllo totale delle comunicazioni digitali da parte delle autorità.
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